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11 July 2015

Riforma esame patente, parola ad Aldo Ferrara: “Controlli anche sui neopatentati”

Un libro per la sicurezza in auto

A lanciare il sasso nello stagno è stato Emilio Patella, segretario nazionale Unasca autoscuole. Che ha parlato di una questione scottante per far calare i sinistri: la qualità dell’esame e la mancanza di personale del ministero: “Per l’Unasca, sicurezza stradale e formazione sono un connubio indissolubile. La qualità dell’esame per conseguire la patente di guida è sinonimo della qualità della formazione dei futuri conducenti, e quindi della sicurezza stradale. E dobbiamo evidenziare un’urgenza: il ruolo degli esaminatori dato che oggi è più che mai centrale come messo in evidenza anche dalla Direttiva europea del 2013”. Ma dov’è il guaio? “Ci sono diverse criticità. Innanzitutto il dato quantitativo: gli esaminatori sono davvero pochi, le ultime assunzioni di personale alla Motorizzazione risalgono a 20 anni fa. Questa carenza incide gravemente sulla possibilità di svolgere correttamente tutte le procedure di esame previste dalla normativa. Spesso, gli esami non sono svolti nei tempi e sui percorsi  prestabiliti. Inoltre c’è un problema di distanza generazionale. Nel senso che gli esaminatori hanno meno propensione alle novità e agli aggiornamenti. Non solo nelle competenze tecniche, come i nuovi dispositivi di sicurezza o i nuovi stili di guida. Ma anche nelle competenze relazionali, in cui manca un approccio moderno di servizio soprattutto verso i candidati. Abbiamo rilevato che molti esaminatori  alla fine dell’esame non rilasciano un report chiaro”.

E allora, che fare? “Riteniamo che siano importanti due cose. In primo luogo, che il governo  prenda atto di questi problemi e della emergenza della Motorizzazione e decida se aumentare il personale o affidare queste competenze ai privati, come accade già in altri Paesi. Noi preferiamo la prima ipotesi, per non disperdere l’enorme bagaglio di esperienze e competenze maturate in decenni. Ma, piuttosto che una lenta agonia, meglio il cambiamento. In secondo luogo, sottolineiamo l’importanza della formazione iniziale e dell’aggiornamento periodico degli esaminatori”.

Sul tema è intervenuto Aldo Ferrara, professore di malattie cardiopolmonari dell’Università di Siena, e direttore dell’associazione Ego-Vai-Q (European Group On Vehicle Air Indoor). Che ha scritto, assieme ad altri autori, “Fisiologia clinica alla guida”: 350 pagine, 207 tra grafici e tabelle​, Editore Piccin: “Alla luce delle numerose dimostrazioni, anche sperimentali, aggiungo che il target della prevenzione, con più accurati controlli, all’atto del rinnovo, dovrebbe valere anche per i neopatentati. Ai quali è richiesto solo un certificato, spesso generico e spesso non approfondito. In realtà, si dovrebbe corredare con accertamenti, sia pure ridotti al minimo. Obiettivo: accertare patologie invalidanti non direttamente accertabili, patologie ereditarie. In particolare il diabete: quello giovanile colpisce 300.000 persone in Italia ogni anno. Ma anche disturbi alla vista: non si rilevano perché il certificato è redatto da un non specialista. E ancora, patologie cardiovascolari, quali difetti interatriali o patologie valvolari. Senza dimenticare i disturbi comportamentali. Fin quando gli accertamenti clinici per il rilascio della patente e i suoi successivi rinnovi saranno aleatori, la prevenzione diventerà un miraggio”.

Il professor Ferrara evidenzia poi un altro aspetto, quello legato all’alterazione dello stato psicofisico dovuto ad alcol e droghe: “Esistono test che indicano il tasso di droghe (fino a tre-quattro giorni dall’assunzione)  e di alcol (fino a 24 ore dalla bevuta). Non c’è nessun test per i ragazzi che vanno inopinatamente a chiedere la patente, non esiste neanche un raccordo anamnestico. Già, ma se quei giovani a fossero inscritti nei Servizi per le Tossicodipendenze (SerT), o nei Servizi per le Dipendenze patologiche (SerD)?”.

di Ezio Notte @ 20:18


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