20 July 2017
Smartphone, il ritiro della patente è una sbrodolata di demagogia italiana
Rivoluzione nel Codice della Strada. Oggi, per chi guida con smartphone in mano, c’è una multa di 161 euro, più il taglio di 5 punti-patente; e sospensione della patente da uno a 3 mesi alla seconda infrazione nel biennio (recidiva). Un disegno legge vuole cambiare tutto.
1) Alla prima infrazione in 2 anni, 322 euro, taglio di 5 punti-patente e sospensione della patente immediata: da uno a 3 mesi.
2) Alla seconda violazione in 2 anni (recidiva), 644 euro, taglio di 10 punti, ritiro patente da 2 a 6 mesi.
Con comunicati, note, interviste alla radio e alla tv, sono parecchi i politici che parlano entusiasti di questa possibile novità: sono tutti mamme di queste regole. Le hanno partorite loro. Ma in concreto, c’è un gravissimo problema di base, non risolto.
In Italia, i controlli sulle strade da parte delle Forze dell’ordine sono pochissimi. Ci riferiamo alla guida con smartphone in mano, o in stato alterato da alcol o droga. Ma anche al rispetto della distanza di sicurezza e delle regole base della circolazione. I gestori della strada fanno cassa con autovelox, telecamere, ZTL, divieti di sosta. La guida con smartphone in mano non rende: cosa ci guadagna il gestore della strada? Servono agenti, pattuglie, verifiche sul campo, personale che contesta l’infrazione al volo: il guidatore va fermato, si deve discutere (“Non è vero che telefonavo”, “Ha visto male”, “La mia gattina sta morendo e parlavo col veterinario per portare soccorsi immediati”). Tutto questo ha un costo, per il gestore della strada, per le istituzioni. In cambio, i quattrini sono pochi e la fatica è tanta.
In un quadro così drammatico, gli agenti delle Forze dell’ordine (Polizia stradale e locale, Carabinieri) sono vittime anch’esse: le risorse sono sempre meno, gli alcoltest e i drogatest scarseggiano, le pattuglie su strada sono rarissime per tagliare sulle spese e guadagnare tramite telecamere. Per multare un tossico che guida drogato, un agente trascorre delle ore infernali: controlli lunghissimi, procedure assurde, e in più serve la prova diabolica (dimostrare che il tossico s’è fatto poco prima di salire in auto).
Il giro di vite, il pugno di ferro, la stretta, chiamate le nuove regole sullo smartphone come volete, hanno il peso specifico di una piuma. Chi guida con lo smartphone in mano continuerà a farlo come e più di prima: sa bene di non essere multato. Le probabilità di essere “pizzicato” da un agente delle Forze dell’ordine sono pochissime. È esattamente quanto accade oggi con il reato di omicidio stradale, introdotto a fine marzo 2016, per combattere ubriachi e drogati in auto: zero controlli, quindi la legge fa flop.
Si può introdurre la galera per chi guida con smartphone in mano, l’ergastolo, la tortura, la pena di morte. Tutto inutile: i controlli sono scarsi, e quindi il potere deterrente della regola è bassissimo. La mancanza di agenti delle Forze dell’ordine che fermano gli autisti pericolosi svuota la novità di qualsiasi significato.
Dopodiché, le dichiarazioni di alcuni esponenti politici fanno parte del solito teatrino: una sbrodolata di demagogia. Per catturare consenso e simpatie. Ricordiamoci che l’Italia ha miseramente fallito l’obiettivo fissato dall’Unione Europea di dimezzare i morti sulle strade dal 2001 al 2010, e ora la situazione sta sfuggendo di mano, per via di incidenti dovuti alla distrazione e sinistri causati da ubriachi e drogati.
Se vuoi davvero migliorare la sicurezza stradale, allora pensi e agisci in modo semplice: niente nuove leggi che richiedono tempi biblici (la riforma del Codice della Strada è attesa dal 2011, quella del 2010 non è stata completata perché mancano decreti attuativi); ma più Forze dell’ordine a presidiare il territorio.
di Ezio Notte @ 01:08
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Categorie: Codice della strada, Multe, Patenti, Politici, Punti, Sicurezza
Tag: smartphone
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