25 March 2018
Una marea di multe nulle
La Cassazione ha ribadito con forza: le multe da autovelox devono arrivare a casa del proprietario dell’auto entro 90 giorni dall’infrazione (sentenza 7066/2018). Una sconfitta durissima per il Comune di Milano, che invece faceva arrivare la multa seguendo un altro conteggio. Il calcolo era questo: l’automobilista viene beccato dall’autovelox; i Vigili controllano le foto dell’apparecchio; solo da quel momento scattano i 90 giorni. Ossia dal momento dell’accertamento della violazione.
In linea teorica, interpretando il punto di vista del Comune di Milano, se l’autovelox fa la foto il 1° gennaio 2018, e se il Vigile vede la foto dopo 180 giorni, è da questa data che scattano i 90 giorni. Assurdo. Ingiusto verso gli automobilisti. Il motivo di così tanti giorni? L’accertamento dell’illecito avviene necessariamente in un momento successivo e richiede un’attività istruttoria complessa.
E comunque, dice il Comune di Milano, nei casi in cui si superavano i 90 giorni fra infrazione e multa a casa, doveva ritenersi congruo il termine intercorso (180 giorni) tra il rilevamento automatico dell’infrazione e la notifica del verbale di accertamento, in quanto proporzionato alla quantità di violazioni commesse nei luoghi nei quali il Comune ha predisposto il sistema di rilevamento automatico della velocità dei veicoli in transito. Teoria bizzarra. C’è una legge, e si deve seguire la legge, ossia il Codice della Strada nello specifico. Non esiste un termine congruo. Esiste un termine dato dalla legge.
È un po’ come se io ricevessi dal Comune di Milano una multa di 100 euro per eccesso di velocità da pagare entro 60 giorni, che è il termine di legge. E la pagassi dopo 120 giorni. Perché per me 120 giorni sono congrui. Anzi, è come se pagassi 50 euro dopo 120 giorni, perché per me 50 euro sono congrui.
La verità è che il Comune di Milano ha preso una stecca tremenda. Occhio: ora la palla passa ai multati. Se subiscono in silenzio, il Comune vince comunque. Se invece fanno una causa civile, per Palazzo Marino sono guai seri. Una causa civile che sarebbe d’obbligo in un Paese civile, per ribellarsi a un’amministrazione versione elefante, tesa a interpretare in modo bizzarro le normative. È adesso che un’associazione dei consumatori dovrebbe organizzare una causa pilota: una mossa concreta affinché il Comune restituisca il dovuto agli automobilisti onesti. Che hanno subìto un’ingiustizia.
di Ezio Notte @ 22:28
È possibile seguire tutte le risposte a questo articolo tramite il feed RSS 2.0.
Per ora ancora nessun commento.
RSS feed dei Commenti su questo post.
Ci scusiamo, i commenti sono al momento chiusi.