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14 July 2009

Facilissimo comprare un’auto all’estero? Noi non ci siamo cascati

Qualche giorno fa, s’è diffusa su Internet una (presunta) notizia, secondo cui comprare un’auto in un altro Paese a prezzi più bassi era diventato più facile. Un’informazione ripresa da autorevoli mass media. Né noi di Automobilista.it né OmniAuto.it l’hanno ripresa, reputando che di notizia vera e propria non ci fosse neanche l’ombra.

In effetti, si trattava di leggerissimi aggiustamenti formali, a cui non abbiamo voluto dare spazio, per non ingenerare confusione. La realtà è che l’Unione Europea ha introdotto un particolare “certificato di conformità”, una specie di carta di identità della macchina nuova, che viene consegnato dal Produttore all’acquirente: attesta che il veicolo è conforme alle disposizioni tecniche in vigore nell’Unione Europea e che può circolare in qualsiasi Stato membro. Nessuna novità sostanziale: quasi tutto come prima.

Non è vero che, in un batter d’occhio, si può ora andare in Germania, comprare una qualsiasi vettura e poi immatricolarla in qualsiasi altro Paese della UE: il nuovo certificato di conformità europeo non fa miracoli.

Tanto che, poche ore fa, l’associazione dei consumatori Adiconsum ha giustamente precisato: “L’Unione Europea ha varato nel 2007 una nuova Direttiva (la 2007/46 CE) che prevede l’omologazione comunitaria con conseguente rilascio di certificazione di conformità da parte del Costruttore del veicolo. Ma allora che cosa succederà con l’entrata in vigore della conformità europea? Dobbiamo aspettarci frotte di consumatori pronti ad acquisti transfrontalieri? No, la complessità delle operazioni doganali per l’importazione del veicolo resta tale e quale. Inoltre, della garanzia di conformità risponde il venditore: nel caso di veicolo acquistato in un altro Paese, l’automobilista dovrà rivolgersi al venditore straniero”.

Ed ecco due dritte date da Adiconsum: “1. Acquistare solo da venditori esteri che garantiscono la consegna in Italia, con un prezzo finale comprensivo anche dei costi doganali. 2. Saldare il conto solo a fronte di una fattura formale che riporti il VIN (Vehicle Identification Number), cioè il numero di telaio, e il certificato di conformità europeo. Con questo documento in mano, si potrà procedere ad immatricolare il veicolo senza passare per il Dipartimento dei trasporti terrestri”.

A questo punto, ci piacerebbe conoscere l’esperienza sia dei venditori italiani di auto cosiddette parallele (provenienti cioè da mercati europei) sia di chi ha comprato una vettura rivolgendosi a un altro Paese.

di Ezio Notte @ 17:33


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