21 October 2013
DIfendo i vostri soldi
Il ministero dello Sviluppo economico vuole abolire la cessione del credito nel settore Rc auto: una follia, come evidenzia Davide Galli, numero uno di Federcarrozzieri.
Nella pratica con la cessione di credito sottoscritta dal danneggiato a favore del carrozziere di fiducia, si consente al riparatore, dopo che questo ha anticipato i costi di riparazione (rappresentati per oltre il 70% da ricambi e materiale di consumo) di assumersi ogni incombenza burocratico amministrativa attinente alla liquidazione del danno nei confronti della impresa di assicurazione che provvederà poi a corrispondere il risarcimento in forza della intervenuta cessione di credito direttamente al carrozziere.
Si tratta di uno strumento di favore per il consumatore danneggiato da sinistro stradale che non è più costretto ad anticipare le spese di riparazione del proprio veicolo al riparatore. Poiché in questo modo l’interlocutore della impresa di assicurazione non è più il danneggiato ma il carrozziere al quale la cessione di credito fornisce ogni potere e facoltà, compresa quella di agire giudizialmente se la impresa non onora il debito risarcitorio o di indennizzo o se, più semplicemente, non intende risarcire il danno quantificato secondo gli standard riparativi di una corretta riparazione eseguita a regola d’arte, l’assicuratore preferisce avere come controparte il danneggiato piuttosto che il riparatore.
Ecco perché le imprese assicuratrici, nel perseguire i propri legittimi interessi imprenditoriali, tendono a massimizzare i profitti riducendo i costi, tra i quali il costo del risarcimento dei sinistri. Lo strumento della cessione di credito rappresenta dunque un ostacolo per il tentativo delle imprese di assicurazione di autodeterminare il livello dei risarcimenti a scapito della libertà nel mercato delle autoriparazioni.
di Ezio Notte @ 00:00
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Negli ultimi tredici anni abbiamo assistito ad un vero e proprio “embargo” da parte delle istituzioni ai danni dell’assicurato/danneggiato costituito da una serie di provvedimenti volti ad arginare e controllare il flusso enorme dei soldi, che gravitano nell’universo della RCA, orientandolo verso un un’unica direzione; quella della compagnia di assicurazioni.
Nonostante infatti i numerosi Governi che si sono succeduti, sia di destra che di sinistra, l’iter legislativo ha sempre percorso il medesimo tracciato (da chi lo sappiamo bene) con lo scopo ultimo, ormai nemmeno più tanto celato, di ottenere un controllo totale dell’intera filiera risarcitoria; generando così un microcosmo economico nel quale chi ti fornisce il servizio (che sei obbligato per legge ad acquistare) è colui il quale decide anche di che servizio tu hai bisogno, di come e quando lo devi utilizzare e, soprattutto, di quanto lo devi pagare.
Ciò è in evidente contrasto con le più elementari regole del liberismo, tanto sbandierato all’occorrenza dagli schieramenti politici, che presupporrebbe invece un mercato sano, libero, governato dalle semplici leggi della domanda e dell’offerta. Ma in questo microcosmo della RCA ci troviamo di fronte ad un vero e proprio oligopolio che genera un meccanismo economico perlopiù autogestito, dove il denaro (che c’è in abbondanza) conosce, appunto, una sola direzione, non circola, non si spalma cioè sul mercato, ruotando invece su se stesso in un circolo vizioso che arricchisce la finanza e spolpa il mercato.
Tutto questo, e chi opera nel settore non lo può negare, Antitrust (almeno fino ad un anno fa) compreso, ha la sua origine da prima nella mancanza palese di concorrenza tra compagnie e, successivamente, nel perverso sistema dell’indennizzo diretto, dove il principio cardine di responsabilità viene del tutto smaterializzato dando origine al paradosso del chi rompe non paga e si prende pure i cocci tuoi.
Dunque, ciò che propone la Sen. Vicari non è altro che l’ennesima sintesi di un sistema occluso dall’ingordigia delle Compagnie che sotto il cappello dell’ANIA avanzano e conquistano. Con buona pace di chi subisce un danno, peggio ancora una lesione, o di chi da una vita lavora cercando di garantire la qualità di un servizio.
Comment by Mirko Melozzi — 23 October 2013 @ 12:22