23 July 2017
Autovelox per fare cassa: la direttiva del ministero dell’Interno per stroncare i gestori fuorilegge
Era l’estate 2009 quando arrivò la direttiva Maroni, dal nome del ministro dell’Interno dell’epoca (vedi qui). Era una circolare sulla sicurezza stradale, che riassumeva una dozzina di circolari precedenti. Era un modo per dire agli enti locali, specie ai Comuni, di non rubare con gli autovelox: in modo politicamente più corretto, i Comuni erano invitati a non fare cassa con gli autovelox trappola, nascosti e con segnalazioni inesistenti oppure approssimative o equivoche. Ora, in piena estate 2017, arriva la direttiva Minniti, ministro dell’Interno attuale. La numero 300/A/5620/17/144/5/20/3 del 21/07/2017. Che cancella la precedente direttiva (e si somma a una del 2012, vedi qui). Ma perché il ministero ha emanato una nuova circolare diretta alle Forze dell’ordine e ai gestori delle strade, se c’era già una direttiva che riassumeva una dozzina di circolari?
La risposta è semplice. Perché in Italia la sicurezza si fa così. Ci sono regole che i gestori devono rispettare. Non le rispettano? Si fa una circolare. La direttiva non basta? Se ne fanno una decina. Poi arriva una direttiva, la super circolare, che dovrebbe risolvere ogni guaio. Dal 2009 a oggi, le cose sono in realtà peggiorate. Il nostro Paese, come fossimo in Africa nera, ha miseramente fallito l’obiettivo fissato dall’Unione Europea nel 2001: entro il 2010 dimezzare i morti sulle strade. Dal 2011 al 2020, altro target che non riusciremo a raggiungere. Il tutto condito da una legge sull’omicidio stradale del marzo 2016 che è un ibrido inadeguato a stangare drogati e ubriachi alla guida.
A cosa servirà questa direttiva? Dipende. Se l’automobilista sgarra per una volta, c’è la telecamera che bastona. Se l’automobilista ubriaco o drogato o pericoloso sgarra, la telecamera non lo ferma, e i controlli su strada sono pochi: la fa franca. Invece, se il gestore della strada (utilizzando le Forze dell’ordine a disposizione) usa l’autovelox per fare cassa, non viene punito: c’è una responsabilità politica, sociale, etica, del politico che pazza l’autovelox; ma quel politico la passa liscia. Qualora alla direttiva seguissero verifiche e sanzioni pesanti ai danni del politico che peggiora la sicurezza stradale con autovelox trappola, allora la circolare servirà a qualcosa.
Il legislatore aveva già tentato di usare la scimitarra contro il vizio dei Comuni di usare l’autovelox per fare cassa. Una legge del 2010 prevede che i Comuni debbano spartire la torta dei proventi autovelox con i proprietari delle strade: Stato, Regioni, Province. Ma serve un decreto per attuare la norma. Decreto che non c’è, dopo 7 anni. Per un motivo facile: qualcuno non vuole che quel decreto venga emanato.
Il punto debolissimo di tutte le circolari, inclusa la presente, è questo: l’autovelox va segnalato. Con cartelli ben chiari. L’automobilista deve sapere che c’è un cartello, c’è un autovelox, verrà multato se corre troppo. Giusto o sbagliato che sia (chi corre troppo è un potenziale assassino e spesso un criminale), questa è la legge. Benissimo: ma come fa l’automobilista multato, che riceve a casa la multa dopo 89 giorni dall’infrazione, a dimostrare in sede di ricorso la mancata osservanza delle regole da parte del gestore? Come prova che non c’era il cartello di preavviso? Come dimostra che il segnale era a una distanza sbagliata? Qui dovrebbe entrare in gioco un “controllore” di grado superiore rispetto al gestore che ha piazzato il cartello (se l’ha messo…) e l’autovelox. Con multe violentissime al politico responsabile per quell’autovelox trappola.
Basti dire che, per imporre una norma ovvia, è dovuta intervenire la Corte Costituzionale. Che ha bastonato i Comuni birichini: serve la taratura periodica degli autovelox. Altrimenti le multe sono nulle. Era necessaria una sentenza della Corte Costituzionale per fissare un principio così banale? Possibile che per anni siamo andati avanti con autovelox sballati e starati? E l’automobilista che ha preso multe da autovelox starati, su strade senza cartelli, come si difende?
C’è poi un’altra questione estremamente delicata che emerge. Il ministero dà più potere ai Prefetti per migliorare la sicurezza stradale: questa può essere una cosa positiva. Però chiede uno sforzo maggiore da parte delle Forze dell’ordine. E in questo caso, i conti non mi tornano. Gli agenti diminuiscono: come fanno a effettuare più controlli contro drogati e ubriachi? Il discorso cambia se il numero di agenti salisse, assieme ad alcoltest e drogometri.
Stando alla direttiva, se il cartello annuncia l’autovelox, e se l’autovelox non funziona in modo sistematico, quella postazione è fuorilegge. Se davvero un Prefetto si prendesse la briga di controllare con scrupolo gli autovelox, i cartelli, la sistematicità dei controlli, in Italia di autovelox sani ne resterebbero due.
Una chiosa. Un quotidiano online importante sparava qualche giorno fa: niente cartelli prima degli autovelox, regole in arrivo (con decreto, addirittura). Bufala: vedi qui. Lo stesso quotidiano ora dice: cartelli sempre e ovunque prima degli autovelox. E che decidesse un po’ qual è il trend…
di Ezio Notte @ 21:50
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Categorie: Autovelox, Controlli elettronici, Multe, Patenti, Politici, Ricorsi, Segnaletica, Sicurezza, Tutor, Vergilius
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