17 June 2009
Fa pena vedere come certi Comuni insistano a fare cassa con gli autovelox. Le più recenti segnalazioni ci arrivano da Giovanni D’Agata, componente del Dipartimento “Tutela del consumatore”. Infatti, nonostante i pareri del ministero dei Trasporti, dell’ANCI (Associazione Nazionale dei Comuni Italiani); nonostante le numerose sentenze su tutto il territorio nazionale e persino della Cassazione; ebbene, nonostante tutto, alcuni Comuni proseguono nell’utilizzo di auto civetta, abilmente nascoste sui cigli delle strade o addirittura truccate da macchine civili.
Guardate le prime due foto in alto: si riferiscono al Comune di Gallipoli (Lecce); la terza immagine riguarda la provincia di Trapani. Sono più che eloquenti.
Per questo, lo stesso D’Agata invita le pubbliche amministrazioni che continuano a perseguire queste prassi illegittime ad adeguarsi alla legge e ad annullare in via di autotutela i verbali dovute a infrazioni al Codice della strada sin qui redatti: si chiede, cioè, che le multe vengano stracciate senza neanche obbligare il cittadino vessato a fare ricorso al Giudice di pace. E ancora, D’Agata chiede ai Prefetti d’intervenire una volta per tutte a sanzionare tali comportamenti illegittimi dei Comuni.
Perché il vero guaio della faccenda è che il povero automobilista è impotente di fronte al Comune onnivoro. Dovrebbe dimostrare che, al momento della rilevazione con macchinetta autovelox o telelaser (o altra diavoleria), il guidatore stesso non è stato avvisato da cartelli chiari; deve inoltre provare che l’auto civetta era nascosta e invisibile. Insomma, gli tocca l’onere di portare documenti oppure foto a sua discolpa. Come se fosse facile trasformarsi in una specie di Sherlock Holmes tutto d’un tratto.
Senza dimenticare che qualche automobilista col piede pesante, appena s’accorge dell’auto civetta, è tentato comunque di rallentare o addirittura di frenare: c’è il pericolo di tamponamenti. Anziché migliorare, con quei controlli la sicurezza diminuisce.
Ma secondo voi, stavolta cambierà qualcosa, o si tratterà – ancora una volta – di urla di dolore non ascoltate?
di Ezio Notte @ 17:13
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