14 December 2010
I picconatori dell’etilometro sarebbero da picconare
In Italia, circolano strani personaggi che amano gli incidenti dovuti alla guida in stato d’ebbrezza. Sì, proprio così. Sono quelli che continuano a ripetere statistiche sceme: il 3% dei sinistri è dovuto all’alcol. Quando l’Organizzazione mondiale della sanità sostiene che un terzo degli incidenti sia causato all’ebbrezza alcolica. Ma c’è di peggio. Appena un giudice dà ragione a un guidatore sorpreso alla guida sotto l’effetto di alcol, cancellandogli la multa, c’è chi spara titoloni e si esibisce in articoli show. Dando per scontato che da quel momento tutti i giudici la penseranno come quello che ha ammazzato la multa.
Il caso più recente riguarda l’alcoltest. Un giudice ha eliminato una multa data in Trentino perché la prova è avvenuta in condizioni ambientali estreme: sotto lo zero. Sei considerazioni.
1) Il Decreto ministeriale 22 maggio 1990, numero 196, è il regolamento per individuare gli strumenti e le procedure per l’accertamento dello stato d’ebbrezza. Al punto 6.2.2 “Valori di riferimento e condizioni di funzionamento assegnate”, c’è una tabella. Qui trovi i fattori d’influenza del test. Fra i tanti, la temperatura, che dev’essere fra zero e 40 gradi. Ma occhio alla nota a piè di tabella: se il costruttore denuncia valori estremi più severi, le prove devono essere effettuate per tali valori dichiarati. Questo significa che l’etilometro potrebbe funzionare a -10 e +50 gradi, per esempio. Perché viene dato tutto quel peso al Decreto? Si devono osservare le istruzioni del costruttore dell’alcoltest: lì è scritto tutto. Pure se lo puoi usare in condizioni molto particolari: da meno 20 a più 70 gradi. Polizia e Carabinieri si regolano di conseguenza. Comunque, Automobilista.it è al vostro totale servizio e vi dà il link della norma: qui.
2) Prima della prova dell’etilometro, l’agente delle Forze dell’ordine fa il test col precursore, un apparecchietto che determina se il soggetto è in stato d’ebbrezza (oltre mezzo grammo di alcol per litro di sangue; invece, basta un goccio per i neopatentati, ossia per chi ha la patente da meno di tre anni). Dopodiché, se il precursore è positivo, si passa all’etilometro. Insomma, c’è già un bell’indizio della positività del soggetto.
3) Perché l’etilometro venga azionato al freddo e al gelo, è necessario che l’agente delle Forze dell’ordine prenda lo strumento e lo metta all’addiaccio. Su un banchetto per esempio. Ci pare difficile che in poliziotto o un carabiniere si comporti in quel modo, visto che è al corrente di quanto indica la tabella esposta al punto 1). E comunque, di solito l’etilometro è in un veicolo, magari in un camper, o nel baule di una vettura. Non certo sotto lo zero.
4) L’automobilista deve dimostrare che, al momento della prova con l’etilometro, la temperatura era polare. Proprio dov’era posizionato l’etilometro.
5) Nel verbale, gli agenti devono scrivere che l’etilometro era posto al freddo e al gelo. Questa sarebbe una prova niente male. Ci sembra difficile…
6) Quand’anche si verificassero tutte le coincidenze a favore dell’automobilista ubriaco, serve poi un giudice che annulli la multa. E che consideri il freddo polare un fattore determinante per far sballare due volte (perché le prove sono due) il test dell’etilometro e per sputtanare il risultato del precursore. Il Decreto non dice che l’alcoltest non vale; si limita a indicare fattori che potenzialmente influenzano il risultato della prova.
La verità è che non si deve dare nessun alibi agli ubriachi e ai drogati in auto. I picconatori dell’alcoltest sarebbero loro stessi da picconare. Anche perché magari sono gli stessi che sparano titoloni del tipo: “Ancora sangue sulle strade. Ennesima strage dovuta all’alcol”. Che si decidano se stanno dalla parte della sicurezza stradale o del giornalismo spazzatura.
di Ezio Notte @ 00:01
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