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25 July 2013

Patenti low cost: bocciatura o incidente in agguato

Autoscuole low cost: pericolo

Si chiama concatenazione di sfortuna. Uno non ha un euro in tasca, trova su Internet molte offerte scontatissime su corsi di formazione per il conseguimento della patente, in particolare della patente B. Becca una riduzione del 90 per cento del prezzo iniziale, promossi da autoscuole attraverso gruppi d’acquisto. Poi guidi e causi un incidente mortale, ultimo anello della sfortuna di cui alla partenza. Per questo, l’Unasca (l’associazione maggiormente rappresentativa delle autoscuole e delle agenzie di pratiche auto in Italia) raccomanda ai consumatori di fare massima attenzione ai contenuti e alla qualità dei servizi che si comprano.

Emilio Patella, segretario nazionale Unasca, spiega che “la formazione per la patente non si può scontare come una pizza, perché a essa è legata la sicurezza su strada in primo luogo dei giovani. Le autoscuole hanno il dovere di far comprendere questo fatto agli utenti e di impegnarsi a offrire servizi consoni alla loro mission, che non è far superare l’esame per la patente, ma insegnare a guidare in modo responsabile e sicuro”.

Su Internet si trovano coupon a prezzi stracciati che, da Nord a Sud Italia, offrono anche a meno di 100 euro il “tutto incluso” tra lezioni di teoria, foglio rosa, esame teorico, tasse per esame, oltre a materiale didattico e alcune lezioni di guida. Occhio: le autoscuole professionali e serie per offrire dei corsi di qualità investono continuamente su aggiornamenti, standard europei, certificazioni, sicurezza, formatori, strumenti didattici, tecnologie. In una parola: preparazione. Quindi, la formazione per essere efficace necessita di una qualità e di strumenti che non possono essere svenduti se non al prezzo di svuotarli di importanti contenuti e parametri di valore. Basti pensare che un formatore professionale costa più di 20 euro l’ora mentre il prezzo della benzina non fa che lievitare. Come si fanno a coprire certi costi con quegli sconti? Solo a costo di svuotare i servizi offerti di importanti parametri di qualità, mentre spesso per abbassare i costi si ricorre al lavoro nero o all’evasione fiscale.

L’Unasca ha fatto la prova sul campo. Ha comprato e utilizzato un coupon ed è sembrato proprio che il mancato guadagno dell’autoscuola dovuto allo sconto sia ricercato in modo studiato in un altro modo: “Una volta andati in autoscuola con il coupon –  racconta Patella -, abbiamo appreso che la data dell’esame era già fissata, in un tempo molto breve, circa un mese e mezzo dopo la nostra iscrizione. Se si voleva spostare l’esame dovevamo aggiungere altri 50 euro, mentre se si veniva bocciati si pagavano ulteriori 150 euro per un nuovo esame di teoria, mentre se si doveva rifare la pratica il secondo esame costava altri 200 euro. Per non parlare del fatto che in aula si stava seduti in terra perché c’erano pochi posti rispetto agli iscritti e, infine, se si saltava una lezione di pratica per un impedimento, non si poteva recuperare, ma solo ricomprare pagandola ex novo. Il sospetto sempre più diffuso – spiega Patella – è che l’autoscuola guadagni di più sulla bocciatura di un candidato, piuttosto che sulla bontà del servizio che dovrebbe offrire”. Insomma, o ti bocciano oppure fai un incidente perché non hai imparato nulla, e hai passato l’esame per miracolo. E questa è un’altra piaga terrificante, specie al Sud Italia, dove – in certi capoluoghi – si toccano percentuali elevatissime di promossi.

di Ezio Notte @ 00:00


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