20 October 2009
Autovelox nascosti: una piaga italiana
Ricordate la recente “direttiva autovelox” del ministro dell’Interno ai Prefetti? Diceva: autovelox segnalati e visibili. Altrimenti, non valgono. La circolare ministeriale partiva da Roma, cuore politico della nazione, ma proprio dalla capitale molti lettori ci segnalano la presenza di autovelox nascosti.
La denuncia fa rabbrividire: sulla via Cristoforo Colombo, a Roma, pare ci siano autovelox nascosti dietro i pini marittimi e i cespugli dello spartitraffico. Si tenga conto che siamo su una delle arterie a veloce scorrimento della capitale: collega la città a Ostia, destinazione mare. Sì: per diversi motivi, c’è chi non rispetta i limiti. E questo è un guaio per la sicurezza. Però gli autovelox mimetizzati fanno piangere.
Efficienza e trasparenza, in questo caso, vanno a farsi benedire. A parte gli autovelox nascosti nella vegetazione, i lettori ci dicono anche che non ci sono cartelli di preavviso né dispositivi luminosi che indichino la presenza dei rilevatori di velocità.
Fra l’altro, per chi viene multato, è anche molto difficile fare ricorso al Giudice di pace. Serve la prova che quell’autovelox non fosse segnalato e che fosse invisibile. Al massimo, dopo aver ricevuto la multa a casa, un automobilista dovrebbe tornare sul “luogo del delitto”, scattare le foto della strada dove non ci sono cartelli e immortalare l’autovelox nascosto. Sempreché la “scena del crimine” nel frattempo (dall’infrazione alla notifica della sanzione a casa possono passare 150 giorni) sia intatta.
La vera rivoluzione, col nuovo Codice in discussione al Senato, sarebbe questa: una supermulta ai Comuni che non rispettano le norme sull’uso degli autovelox. Siete d’accordo?
foto flickr.com/photos/chant3
di Ezio Notte @ 09:05
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