4 March 2018
Veterinario in chiamata d’emergenza: multato per guida spericolata
Se un automobilista guida in modo spericolato, prende una multa. Se un automobilista (un comune cittadino o un medico) guida in modo spericolato per stato di necessità (sta trasportando un ferito grave al pronto soccorso), ha buone possibilità di vedersi cancellare la sanzione. Ma che succede se un veterinario guida in modo spericolato per andare a salvare un animale? Verrà perdonato o pagherà la multa? Vediamo cosa accaduto nel 2008.
Un veterinario, viene multato per sorpasso di vetture ferme a un semaforo rosso, invasione dell’opposta corsia di marcia, violazione dello stesso semaforo rosso e velocità pericolosa in centro abitato (non l’eccesso di velocità rilevato con autovelox, che è altra cosa). Insomma, guida spericolata. Ma il veterinario propone opposizione in base all’articolo 22 della legge 689/1981, invocando a sostegno di aver agito per la necessità di provvedere a cure urgenti su di un cane “affetto da osteosarcoma in fase terminale”.
Il Giudice di Pace Ancora capisce e annulla le sanzioni. L’appello del ministero dell’Interno e della Prefettura di Ancona è respinto dal Tribunale di Ancona. Lo stato di necessità, dicono i magistrati, include le infrazioni per “evitare un pericolo imminente o per impedire l’aggravamento di un danno giuridicamente apprezzabile alla persona propria o altrui o ai beni, quando tale danno l’agente ritenga altrimenti inevitabile”. E “un cane (in disparte il rispetto per la sua vita) è sicuramente un bene patrimoniale”. Ministero e Prefettura ricorso per Cassazione.
E qui il ribaltone. Per la Cassazione, c’è stato di necessità per “una effettiva situazione di pericolo imminente di danno grave alla persona, non altrimenti evitabile, ovvero l’erronea persuasione di trovarsi in tale situazione, in base alla verificazione di circostanze oggettive”. Non c’è stato di necessità per un animale in pericolo di vita. Esiste un precedente. Cassazione, sentenza 14515/2009: niente stato di necessità per un gatto gravemente ferito e raccolto poco prima. Tutto questo, dice la Cassazione adesso, il veterinario doveva saperlo: fa parte del suo lavoro conoscere le regole: il “dovere deontologico-professionale di prestare le cure richieste non autorizza il veterinario a violare le norme sulla circolazione stradale”.
Morale. Il veterinario paga tutte le quattro multe, con conseguenze pure sui punti della patente. E paga il proprio avvocato che l’ha difeso in Cassazione. Che legnata. Il nostro auspicio è che il cane sia stato curato.
di Ezio Notte @ 14:45
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Categorie: Cassazione, Multe
Tag: veterinario
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